giovedì 29 dicembre 2016

Le 8 regole prodigiose di Benjamin Graham



Benjamin Graham fu il maestro di Warren Buffett. Warren ha spesso dichiarato che la sua filosofia d'investimento è "85% Benjamin Graham, 15% Philip Fisher", sottolineando come il suo maestro fu la seconda persona più influente della sua vita (dopo il padre). Buffett riconosce che Benjamin Graham gli dato le basi per un metodo d'investimento razionale e redditizio; ma qual'è la strategia d'investimento di Benjamin Graham?
Graham è considerato il fondatore del Value Investing, ovvero quella strategia che si basa fondamentalmente sull'acquistare titoli azionari quando i prezzi di mercato sono molto scontati rispetto al valore intrinseco delle aziende; sul lungo periodo ci si aspetta che la quotazione salirà fino a rispecchiare il valore intrinseco. Possiamo sintetizzare l'approccio all'investimento di Benjamin Graham in una check list di criteri e principi sul quale basarsi per scegliere i titoli azionari su cui investire. Vediamo quali sono questi principi:

1) Adeguata dimensione dell'azienda; l'idea è quella di escludere le piccole aziende, le quali sono più soggette a cambiamenti e vicissitudini, determinando un maggior rischio. E' necessario puntare sulle aziende grandi, importanti, ampiamente affermate come leader del settore. Ciò rende i titoli azionari meno rischiosi e più stabili.

2) Una condizione finanziaria sufficientemente solida; il debito totale non deve eccedere il valore netto degli asset. Ciò significa che il rapporto Debt/Equity e il rapporto Long term Debt/Equity devono essere inferiori ad uno. Inoltre è necessario cercare un Current Ratio superiore a due.

3) Stabilità degli utili; l'andamento della quotazione è strettamente legato all'andamento dell'utile per azione. Pertanto un utile per azione stabile implica una quotazione stabile. Per prima cosa è necessario assicurarsi che l'azienda abbia procurato utile ogni anno negli ultimi dieci anni, senza mai mostrare deficit. Successivamente si misura il massimo declino dell'utile per azione in ognuno degli ultimi dieci anni rispetto alla media dei tre anni appena precedenti a quello che prendiamo in considerazione. Nessun declino si traduce in 100% di stabilità. Un test più stringente misura il massimo declino dell'utile per azione ogni anno negli ultimi dieci anni rispetto all'anno appena precedente, e non dovrebbe superare il limite di due declini di massimo il 5% ciascuno negli ultimi dieci anni.

4) Crescita; negli ultimi dieci anni la crescita dell'utile per azione deve essere stata pari ad almeno il 33%; per fare questa misurazione bisogna usare medie a tre anni all'inizio e alla fine del periodo considerato. Ad esempio se voglio misurare la crescita dal 2005 al 2015 (dieci anni) devo prima fare una media dell'utile per azione negli anni 2003, 2004 e 2005, poi una media dell'utile per azione negli anni 2013, 2014 e 2015. Infine posso misurare la crescita tra i due valori medi, che deve essere pari ad almeno il 33%. Un test più stringente richiede una crescita dell'utile per azione negli ultimi dieci anni pari ad almeno il 7% annuo composto.

5) Redditività; cerco un ROIC (ritorno sul capitale investito) ed un ROE (ritorno sull'Equity) storicamente soddisfacenti (dal 10% in su) e stabili. Cerco un margine di profitto netto storicamente soddisfacente (dal 5% in su) e stabile.

6) Lungo record di pagamenti ininterrotti dei dividendi (generalmente si guarda agli ultimi venti anni).

7) Il prezzo delle azioni non deve essere superiore ad una volta e mezzo il book value per share (rapporto Price/Book (P/B) inferiore ad 1,5). Le aziende grandi e meno popolari in genere mostrano un rapporto Price/Book costantemente basso a causa delle scarse aspettative che ci sono nei confronti di tali aziende. Ciò da maggiore stabilità alla quotazione, che risentirà in modo molto limitato dei problemi che potrebbero presentarsi.

8)  Il prezzo delle azioni non deve essere superiore a 15 volte l'Utile Per Azione (rapporto Prezzo/Utili (P/E) inferiore a 15). Come per il P/B, un rapporto Prezzo/Utili costantemente basso è indice di minore popolarità e maggiore stabilità. A causa delle basse aspettative che ci sono nei confronti di queste aziende, la quotazione risente poco o niente dei ribassi dell'utile.

In generale il prodotto del P/E per il P/B non deve superare il valore di 22,5.
Anche un alto Dividend Yield è segno di sottovalutazione.
Questi criteri sono adatti per tutti coloro che Benjamin Graham definisce come "investitori difensivi", ovvero passivi e poco propensi al rischio.



ARTICOLI CORRELATI:

The Intelligent Investor tradotto in italiano.

Le nove regole d'oro di Warren Buffett.

Il mio approccio al Value Investing.

Nessun commento:

Posta un commento