giovedì 22 dicembre 2016

The Intelligent Investor tradotto in italiano

The Intelligent Investor è un saggio di tecnica degli investimenti finanziari pubblicato per la prima volta da Benjamin Graham nel 1949. E' considerato il miglior libro mai scritto sulla strategia d'investimento del Value Investing, e lo stesso Warren Buffett (allievo di Graham) considera The Intelligent Investor come il miglior saggio sull'investimento mai scritto.
Nonostante ciò non è mai stato tradotto in italiano, e non troverete mai sul web un sito che spieghi in modo completo il contenuto del libro e la strategia del Value Investing;
Eppure, The Intelligent Investor è una lettura irrinunciabile per ogni persona che sia interessata al mondo degli investimenti in borsa, pertanto in questo articolo voglio spiegare in maniera esaustiva e completa i concetti fondamentali di questo illuminante saggio. Quella che vi propongo in questo articolo è una mia personale revisione e rivisitazione del contenuto del libro.

Cominciamo mettendo un po di ordine. Prima di Benjamin Graham le azioni erano considerate un tipo di investimento prettamente speculativo e altamente rischioso; quasi tutti coloro che si cimentavano in questo "gioco d'azzardo" cercavano di guadagnare speculando sulle oscillazioni di breve periodo del mercato azionario, finendo prima o poi per perdere il proprio denaro. Benjamin Graham rivoluzionò il mondo del mercato azionario, abbandonando la speculazione e introducendo una strategia di lungo periodo più sicura con la quale tentava di guadagnare acquistando azioni e tenendole in portafoglio per anni, sfruttando i movimenti di lungo periodo del mercato finanziario.
Oggi esistono principalmente due modi per investire in borsa: 
1) L'analisi tecnica, che si basa unicamente sull'analisi dei grafici di borsa; è una strategia prettamente speculativa e orientata al breve periodo.
2) L'analisi fondamentale, che è orientata all'acquisto di azioni in base all'analisi dei fondamentali dell'azienda (valorizzando quindi ciò che effettivamente rappresenta un'azione, ovvero parte della proprietà di un'azienda); è una strategia d'investimento orientata al lungo e lunghissimo periodo, ed è generalmente considerata più sicura.

Le strategie più usate e famose tipiche dell'analisi fondamentale sono due:
1) Il Growth Investing, o investimento di crescita, basato sull'acquisto delle azioni di aziende in forte crescita, presupponendo che la quotazione crescerà insieme alla crescita del fatturato e dell'utile aziendale. Generalmente viene considerato un'investimento Growth quello fatto in un'azienda il cui utile e fatturato sono cresciuti in passato (negli ultimi 5 o 10 anni) e si ci aspetta che continuerà a crescere in futuro. Questa strategia d'investimento, per quanto popolare sia, è snobbata da Benjamin Graham per motivi che vedremo in seguito.
2) Il Value Investing, o investimento di valore, ovvero l'acquisto di azioni ad un prezzo scontato e sottovalutato rispetto ai fondamentali dell'azienda (utile netto, book value, dividendi). Si ci aspetta che sul lungo periodo la quotazione risalirà al suo reale valore. Nella maggior parte dei casi le occasioni per acquistare le azioni a prezzi scontati e sottovalutati sono date dalle oscillazioni immotivate del mercato azionario, da crolli di borsa o da un ribasso temporaneo della quotazione causato da un anno negativo per l'azienda.

Prima di addentrarci nei dettagli, è necessario conoscere alcuni valori fondamentali:
1) L'EPS (earnings per share) o utile per azione; si calcola dividendo l'utile netto dell'azienda per il numero totale delle azioni rilasciate. Permette di capire quanto utile netto corrisponde ad ogni azione.

2) Il rapporto P/E (price/earnings) o rapporto prezzo/utili; è il rapporto tra il prezzo di un'azione e l'utile per azione che ad essa corrisponde. Generalmente un rapporto prezzo/utili pari a 15 è normale; significa che il prezzo di un'azione corrisponde a 15 volte l'utile per azione. Un valore troppo superiore a 15 (oltre 20) è considerato sopravvalutato, mentre un valore inferiore a 15 (sotto 10) è considerato sottovalutato.

3) Il Book Value; è il risultato delle positività (assets) meno le negatività (liabilities) del bilancio aziendale. Può essere diviso per il numero totale delle azioni rilasciate (Book Value per Share o Book value per azione) e permette di capire quanto book value corrisponde ad ogni azione.

4) Il rapporto P/B (price/book value); è il rapporto tra il prezzo di un'azione e il book value per azione che ad essa corrisponde.



Di seguito propongo una sintesi approfondita ed esaustiva dei capitoli più importanti ed utili del libro The Intelligent Investor; sono il necessario per padroneggiare in modo completo la strategia del value investing.

Capitolo 5
L'investitore difensivo e le azioni ordinarie.

Con il termine investitore difensivo, Benjamin Graham intende colui che alloca il proprio denaro in titoli azionari in modo conservativo, con l'obbiettivo principale di minimizzare il rischio legato a questo tipo di investimento. 
Secondo Graham le azioni offrono due vantaggi: (1) una protezione contro l'inflazione che le obbligazioni non danno, e (2) un maggior rendimento medio nel corso degli anni (combinazione di dividendi e salita della quotazione). Tuttavia questi vantaggi possono essere annullati se si paga un prezzo troppo alto per le azioni.
La selezione dei titoli azionari per il portafoglio dell'investitore difensivo deve essere una cosa relativamente semplice. Graham suggerisce alcune regole fondamentali da seguire:
1) Un'adeguata e non eccessiva diversificazione. Questo significa un minimo di dieci titoli in portafoglio e un massimo di circa trenta.
2) Ogni azienda deve essere grande, prominente (importante, leader del settore) e finanziata in modo conservativo (basso debito).
3) Ogni azienda deve avere un lungo record di pagamento continuo e ininterrotto dei dividendi per un lungo periodo di tempo
4) L'investitore dovrebbe imporsi un limite sul prezzo che è disposto a pagare in relazione alla media degli utili degli ultimi 7 anni. Questo limite dovrebbe essere 25 volte l'utile per azione (rapporto P/E pari a 25), e non più di 20 volte l'utile per azione dell'ultimo anno (rapporto P/E pari a 20). Questa restrizione elimina tutte le aziende più popolari; in particolare esclude virtualmente tutte le Growth Stocks (azioni di aziende in crescita).
In seguito Graham propone la ragione che lo porta a fare questa drastica restrizione.

Le Growth Stocks e l'investitore difensivo.
Le Growth Stocks sono azioni di aziende il cui utile per azione è cresciuto nel passato ad un tasso superiore alla media e si ci aspetta che continuerà a fare lo stesso in futuro. Azioni di questo tipo sono ovviamente molto attraenti se si riesce ad acquistarle al giusto prezzo. Il problema con questo tipo di titoli è che a causa delle grandi aspettative che ci sono nei confronti di queste aziende, i prezzi sono troppo alti; infatti questo tipo di azioni sono scambiate ad un rapporto Prezzo/Utili eccessivo e sopravvalutato. Inoltre, le aspettative sulle performance future dell'azienda possono essere sbagliate. Ciò ha introdotto un elemento speculativo di importante peso nelle azioni di tipo Growth. Infatti, nei periodi negativi (cioè quando ad esempio le aspettative sulla crescita non vengono soddisfatte, o anche durante dei ribassi generali del mercato azionario), le Growth Stocks tendono a perdere gran parte del loro valore di borsa.
Graham è convinto che le azioni di aziende grandi e meno popolari, scambiate ad un rapporto prezzo/utili più basso e ragionevole, sono una scelta migliore per l'investitore difensivo.


Capitolo 8
L'investitore e le fluttuazioni del mercato

Le quotazioni dei titoli azionari sono soggetti ad ampie e ricorrenti fluttuazioni. L'investitore intelligente dovrebbe essere interessato alla possibilità di guadagnare avvantaggiandosi di queste fluttuazioni. L'investitore ha due possibilità per fare questo: (1) il timing e (2) il pricing.
Con timing si intente il tentativo di anticipare il futuro andamento del mercato, per comprare quando si ci aspetta che andrà al rialzo e vendere quando ci si aspetta che andrà al ribasso.
Con pricing si intende il tentativo di acquistare le azioni quando esse sono sono quotate al di sotto del loro valore pieno, e di vendere quando salgono oltre questo valore. Una forma meno ambiziosa di pricing consiste nell'assicurarsi di non pagare troppo quando si acquistano azioni.
Secondo Graham il timing è impossibile da attuare, poichè è impossibile prevedere il futuro andamento del mercato. L'unico modo con cui si possono sfruttare le fluttuazioni del mercato è attraverso il pricing.
Ora torniamo per un attimo al rapporto Price/Book. Solitamente i titoli azionari di tipo Growth sono scambiati ad un rapporto Price/Book eccessivamente alto. Secondo Graham maggiore è il rapporto P/B, più è difficile determinare il valore intrinseco di un titolo azionario. Pertanto è necessario concentrarsi su quelle aziende che mantengono costantemente un rapporto Price/Book basso (quanto basso lo diremo più avanti).

Secondo Graham, maggiore è la qualità di un'azienda più è speculativa rispetto alle aziende di "medio grado".
Ciò che l'investitore difensivo deve cercare è:
1) basso rapporto Price/Book
2) basso rapporto Price/Earnings
3) grande forza e stabilità finanziaria
4) prospettiva che gli utili attuali saranno mantenuti nel futuro.
Una volta trovate le aziende che corrispondono a questi criteri, si ci può guadagnare sfruttando le fluttuazioni del mercato, ovvero comprando quando (a causa di un ribasso della quotazione) il rapporto prezzo/utili scende ai minimi storici, e vendendo quando (a causa della risalita della quotazione) il rapporto prezzo/utili risale oltre la media che ha storicamente mantenuto. (Possiamo considerare il rapporto prezzo/utili medio che l'azienda ha storicamente mantenuto come il punto in cui la quotazione raggiunge il suo pieno valore (valore intrinseco)).
Secondo Jhon C Bogle, fondatore della società d'investimenti Vanguard, il ritorno alla media è la regola di ferro dei mercati finanaziari.

Di seguito propongo la metafora di Mr Market, che spiega come avvantaggiarsi dalle fluttuazioni di mercato:
"Immaginiamo che i prezzi di mercato provengano da un tipo molto accomodante, di nome mr. Market, che si trova ad essere il vostro socio in un'attività non quotata. Giorno dopo giorno, senza mai venir meno alla sua abitudine, mr. Market si presenta da voi fissando un prezzo a cui è disposto a rilevare la vostra quota oppure a vendervi la sua. Anche se l'affare di cui voi due siete proprietari potrà avere caratteristiche economiche stabili, le quotazioni di mr. Market stabili non lo saranno affatto. Triste a dirsi, infatti, il vostro povero socio soffre di incurabili problemi psicologici. A volte si sente euforico e riesce a vedere solo i fattori favorevoli che influenzano la vostra attività. Quando è in quello stato, il prezzo che offre è molto alto perché teme che voi gli strapperete la sua quota, derubandolo di guadagni imminenti. Altre volte è depresso e guardando nel futuro riesce a vedere solo guai per il vostro affare e per il mondo. In questi momenti fisserà dei prezzi molto bassi, terrorizzato dall'idea che voi siate sul punto di rifilargli la vostra quota. Mr. Market ha un'altra gradevole caratteristica: non se la prende se viene ignorato. Se la sua quotazione di oggi non è di vostro interesse, domani ve ne proporrà comunque una nuova. Ogni transazione è a vostra discrezione. Ed è chiaro che, a queste condizioni, quanto più il suo comportamento è maniaco-depressivo, tanto meglio è per voi."


Capitolo 14
Selezione dei titoli azionari per l'investitore difensivo

Benjamin Graham propone una checklist di sette regole fondamentali sulla quale basarsi per scegliere i titoli azionari su cui investire:

1) Adeguata grandezza dell'azienda; non meno di 100 milioni di fatturato
2) Forte condizione finanziaria; rapporto Debt/Equity inferiore ad 1
3) Stabilità degli utili; l'azienda deve avere qualche guadagno ogni anno negli ultimi 10 anni
4) Record dei dividendi; ininterrotti negli ultimi 20 anni
5) Crescita degli utili; crescita dell'utile pari ad almeno il 33% negli ultimi 10 anni, usando medie a tre anni all'inizio e alla fine.
6) Il prezzo corrente non deve essere superiore a 15 volte la media degli utili degli ultimi 3 anni
7) Il rapporto Price/Book non deve essere superiore ad 1,5


Nel capitolo 20 Graham introduce il concetto di margine di sicurezza, che non è nient'altro che lo sconto rispetto al valore intrinseco. Maggiore è lo sconto, meglio è.

Se vuoi consultarti con me scrivimi subito un'email cliccando su questa pagina.

Se vuoi saperne di più su chi sono e cosa faccio clicca su questa pagina.



ARTICOLI CORRELATI:

Il mio approccio al Value Investing.

Cos'è il Growth Investing.

Le nove regole d'oro di Warren Buffett.

Le 8 regole inestimabili di Benjamin Graham.

2 commenti:

  1. Grazie Niccolò non conosco l'inglese ma volevo conoscere il contesto de l libro di Graham. Sei stato molto utile. Ti auguro il meglio per il tuo futuro

    RispondiElimina
  2. In riferimento al concetto di margine di sicurezza, lo "sconto" rispetto al valore intrinseco intendi che si deve valutare il P/E più basso della media del titolo?

    RispondiElimina